lunedì 8 febbraio 2010

IL MITO ROMANTICO DI VENEZIA




il mito romantico di venezia

DURO A MORIRE nonostante LA VENEZIA CARA A Thomas Mann e MAHLER, E A TALUNI INVETERATI NOSTALGICI DI OGGIGIORNO, NON SIA ORMAI CHE UNA PALLIDA REMINESCENZA DEL PASSATO LUNGI DAL CORRISPONDERE ALLA REALTA’



Sono dell'avviso che si possa e si debba amare Venezia senza, per questo, rinunciare all'uso critico della ragione e alla sua evidenza. Di qui la mia idiosincrasia allorché, al fine di approfondire il mio rapporto con la città in cui ho la ventura di vivere, sono solito addentrarmi nella vasta e variegata pubblicistica a essa relativa, nei confronti di taluni savants sia italiani che stranieri, peraltro autorevoli e stimabili, ma con un'immagine affatto precostituita e romantica di Venezia che non corrisponde più, ormai da lungo tempo, alla realtà veneziana. E che, nonostante ciò, non si peritano tuttavia di pontificare e sentenziare con sicumera e saccenteria - in ossequio a che cosa, francamente, non è dato sapere – sui complessi e controversi problemi da cui è suo malgrado afflitta Venezia e in cui sono impegnati, non certo a caso, i migliori specialisti dei diversi ambiti sia umanistici che scientifici.

Mentre è ovvio che la mia adesione, per converso, vada invece a tutti coloro – intellettuali, tecnici, politici e semplici cittadini - che, molto più realisticamente e senza alcuna preclusione aprioristica nei confronti del nuovo, sono in genere consapevoli che un'adeguata soluzione dei problemi di Venezia potrà esservi soltanto a condizione che venga sempre tenuto nel debito conto, dopo averlo preliminarmente affrontato senza salti di analisi e di informazione, l'insieme rigoroso di interdipendenze storiche, naturali, economiche e politiche che ogni problema relativo a una città sui generis qual è Venezia, volenti o nolenti, invariabilmente comporta.

ENZO PEDROCCO

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