martedì 31 marzo 2009

UNA SEDE INDECOROSA



Il settecentesco Palazzo Bollani, affacciantesi sul rio di San Trovaso, che da più di un secolo ospita il Liceo Marco Polo, di cui furono alunni in passato, fra gli altri, anche l’attuale Sindaco di Venezia Massimo Cacciari, il musicista Luigi Nono, lo storico dell’arte Giuseppe Mazzariol, l'insegnante di estetica e noto personaggio televisivo Stefano Zecchi, il più volte ministro Gianni De Michelis e il fratello Cesare, oggi alla guida della Marsilio editore. Mentre il poeta Diego Valeri, autore, fra l’altro, di una memorabile “Guida sentimentale di Venezia”, vi insegnò a lungo.

A giudicare dallo stato indecoroso e vergognoso della sua facciata, si ha l’impressione tuttavia che, anziché ospitare un prestigioso e importante organismo scolastico qual è il Liceo Marco Polo, Palazzo Bollani ospiti piuttosto uno dei tanti famigerati e scalcinati circoli della cosiddetta controcultura giovanile(ENZO PEDROCCO)


giovedì 26 marzo 2009

SACCA SAN GIROLAMO, ALIAS "BAIA DEL RE"




Il Ponte Moro, a Cannaregio, che collega la Fondamenta Colletti alla Sacca San Girolamo, meglio conosciuta come “Baia del Re”. Tristemente nota in passato per la fama tutt’altro che raccomandabile di taluni suoi residenti, la Baia del Re si può considerare oggigiorno pienamente recuperata, oltre che grazie ai tempi radicalmente mutati rispetto al passato, grazie anche, soprattutto, a tutta una serie di opportuni interventi di riqualificazione attuati nel corso degli anni, che l’hanno resa una zona residenziale, a detta di molti, tra le più vivibili e ambite della città. Non è certamente un caso, infatti, se, ormai da tempo, è assai difficile trovarvi degli appartamenti sfitti o se gli appartamenti che vengono posti in vendita trovino pressoché immediatamente un acquirente, nonostante che, sia i prezzi di questi ultimi che i canoni d’affitto, siano in genere tutt’altro che modici.

Sul perché Sacca San Girolamo sia stata soprannominata Baia del Re esistono numerose versioni, la più attendibile delle quali pare essere tuttavia quella secondo cui essa sarebbe stata soprannominata in tale modo, parecchi anni addietro, dagli operai addetti alla costruzione del vicino Ponte del Littorio(oggi della Libertà), che lì avevano le loro baracche, per l’eccezionale freddo che vi faceva in quegli anni. Paragonabile ai loro occhi, per certi versi, al freddo polare della Baia del Re di cui parlavano spesso i giornali di allora, in seguito al fatto che il generale Umberto Nobile vi aveva posto il suo “campo base” per la spedizione al Polo Nord che si accingeva a intraprendere con il suo dirigibile “Italia”. E che, una volta intrapresa, si concluderà nel modo tragico e infelice che tutti sappiamo.


(ENZO PEDROCCO)


martedì 24 marzo 2009

REGATA DELLE PALME



Le partecipanti alla “Regata delle Palme” che, domenica 5 aprile, si sfideranno su gondole a quattro remi lungo il tratto acqueo compreso tra il Casin degli Spiriti e l’ex-Macello. Organizzata dalla nota campionessa del remo Gloria Rogliani - supportata, per l’occasione, dalla Canottieri Cannaregio - la regata inaugurerà, come ogni anno, la stagione remiera ufficiale(ENZO PEDROCCO)

mercoledì 18 marzo 2009

MURANO



Effetti della crisi che da tempo sta investendo le vetrerie di Murano, con conseguenze per l’economia locale che è facile immaginare.

SICUREZZA




SICUREZZA/DUBBI E PERPLESSITA’ SU ALCUNE MISURE ADOTTATE DAL GOVERNO

Da un sondaggio effettuato recentemente dall'Ispo di Renato Mannheimer è emerso che le Forze dell'Ordine, in particolare la Polizia e i Carabinieri, figurano al primo posto - con un "rating" dell'82% - nella fiducia degli italiani. Cosa questa che, oltre a rallegrare ovviamente i diretti interessati, non può non sollevare dei dubbi e delle perplessità sull’opportunità di talune discutibili misure adottate di recente dal Governo in funzione della sicurezza del Paese.
Anziché adottare e legittimare frettolosamente forme di sicurezza differenti da quelle tradizionali delle Forze dell’ordine – quali le ronde o il dispiegamento dell’ Esercito nelle città – non da tutti gradite e fonte di polemiche a non finire, non sarebbe stato forse più opportuno e preferibile potenziare Polizia e Carabinieri? O quantomeno non imporre a tali forze, com’è avvenuto, improvvidi e drastici tagli in termini di uomini, risorse finanziarie e di mezzi, senza i quali la loro operatività sarebbe forse stata tale da non richiedere, ai fini della sicurezza del Paese, di dover necessariamente ricorrere all’Esercito e alle ronde dei volontari?

ENZO PEDROCCO

enzopedrocco@gmail.com

lunedì 16 marzo 2009

TOPI ALLE ZATTERE


Aiuole alle Zattere in cui sono inequivocabilmente riconoscibili, fra l'altro, le tane dalle quali fuoriescono nottetempo i topi per le loro scorribande tra un contenitore delle immondizie e l'altro. E per la "gioia", è da supporre, degli abitanti della zona e dei passanti (ENZO PEDROCCO)

sabato 14 marzo 2009

LO SPETTACOLO DELLE GRANDI NAVI IN LAGUNA




LO SPETTACOLO DELLE GRANDI NAVI IN LAGUNA

A differenza di molti miei concittadini che sono soliti storcere il naso di fronte al loro passaggio in Bacino di San Marco o nel Canale della Giudecca - e ad augurarsi che esso venga presto interdetto – io sono invece dell’avviso che le grandi navi rappresentino uno spettacolo fra i più interessanti e stupefacenti a cui, senza tema di esagerare, sia dato di assistere a Venezia. E che rimpiangerei senza ombra di dubbio alcuno il giorno in cui, per un motivo o per l’altro , non fosse più malauguratamente possibile assistervi.

Bellezza e maestosità a parte, a intrigarmi ed entusiasmarmi è soprattutto il suggestivo effetto di straniamento che le grandi navi creano transitando in Laguna proprio in virtù del loro abnorme e stridente impatto, tanto stigmatizzato, con il tipico e delicato ambiente lagunare. Il quale, sia pure per la breve durata del loro passaggio, ne risulta fortemente stravolto e reso affatto “altro”, sotto il profilo estetico, da come siamo abituati a percepirlo. Ma non, per questo, meno interessante o meno bello a vedersi. E tale comunque da suscitare in me un po’ le stesse emozioni che provo ogni volta di fronte a un quadro di Magritte, grande maestro dell’arte di stupire, nelle cui opere, com’è noto, il significato e il senso delle cose risultano spesso stravolti ad arte con irrealistici accostamenti di elementi oltremodo eterogenei tra loro.

Mi si obietterà, in specie da parte di taluni “signor no” di casa nostra - il cui malvezzo di opporsi pregiudizialmente a tutto e al contrario di tutto è ben noto a tutti - che tale mio entusiasmo per le grandi navi non è nient’altro che mero e sterile estetismo e che l’oggettiva situazione rappresentata dal loro passaggio in Laguna è ben altra cosa, suscettibile di non pochi potenziali pericoli per la salvaguardia della città. Ma pur ritenendo valida una siffatta obiezione, qualora mi venisse mossa, mi permetterei tuttavia di ricordare a tali “signor no” in servizio permanente effettivo che la vita non è fatta di solo impegno, ma anche di pause di totale disimpegno e di evasione, accanto a quelle classiche e più diffuse di riflessione. E inoltre che fino a quando, anziché dei semplici orecchianti nient’affatto disinteressati quali essi sono, non saranno dei veri e seri esperti, adusi ad affrontare i problemi laicamente e con la necessaria preparazione, a denunciare con cognizione di causa la effettiva pericolosità del transito delle grandi navi in Laguna, propenderò sempre per un’opportuna e saggia sospensione di giudizio in proposito. Continuando ovviamente a godermi lo spettacolo, senza che alcun elemento preconcetto di disturbo debba o possa guastarmelo.

ENZO PEDROCCO
enzopedrocco@gmail.com




giovedì 12 marzo 2009

I PARADOSSI DEL TRONCHETTO


I PARADOSSI DEL TRONCHETTO

La paradossale realtà del Tronchetto, oggetto di numerosissimi articoli pubblicati di recente sulla stampa cittadina, balza immediatamente e prepotentemente agli occhi non appena vi si pone piede, scendendo dal battello della Linea 2. Nelle foto: l’elegante e moderno edificio che ospita la Direzione dell’Actv e l’improvvisato e irregolare servizio di portabagagli, che definire antidiluviano e degno, tutt’al più, di un Paese sottosviluppato del Terzo o Quarto mondo è dir poco(ENZO PEDROCCO)

lunedì 9 marzo 2009

VENEZIANI DIVISI SUL CARNEVALE



VENEZIANI DIVISI SUL CARNEVALE

E’ un fatto evidente e ormai assodato che la partecipazione dei veneziani al Carnevale – che nei primi anni del suo rilancio, come si ricorderà, era pressochè totale – vada riducendosi sempre più in questi ultimi anni a causa della massiccia presenza di turisti che vi partecipano e che, com’è noto, non tutti i veneziani gradiscono. Percependola, non solo come un’invasione oltremodo caotica e non di rado insostenibile per le fragili strutture urbane di Venezia, ma soprattutto come un’arbitraria intrusione da parte dei “foresti” nella loro più celebre festa, qual è appunto il Carnevale, che essi, in virtù del suo antico radicamento nelle tradizioni della città, tendono a considerare come una festa assolutamente propria ed esclusiva.

Di qui, anche durante la recente edizione del Carnevale appena conclusasi, la continua disaffezione e diserzione di non pochi veneziani, compresi taluni di essi che in passato si erano addirittura prodigati e distinti, nell’ambito del Carnevale, per la ideazione e organizzazione di eventi di successo. A detta dei quali, di fronte allo “schifo attuale, perpetrato da organizzatori incompetenti, che non ha più niente a che fare con il vero spirito del Carnevale” o alla “metamorfosi negativa subita dal Carnevale, a cui di veneziano e di popolare è rimasto ormai ben poco”, è senz’altro d’uopo non parteciparvi affatto. Oppure, al massimo, parteciparvi - come hanno fatto, del resto, alcuni di loro - ma al solo e unico scopo di tentare di riappropriarsi attivamente della “propria” festa e sensibilizzare, con il proprio esempio, quante più persone possibile, augurandosi che esse possano essere indotte in futuro a fare la stessa cosa.

Ma fra i veneziani c’è tuttavia, sia pure in minoranza, anche chi dissente da tutto ciò. E si chieda con preoccupazione se un siffatto modo di pensare – da ritenersi, oltretutto, anche uno zinzino xenofobo – a lungo andare non comporti a volte il rischio di vedere affatto vanificati i numerosi sforzi compiuti nel corso di questi ultimi anni, sia dall’Amministrazione comunale che da privati e associazioni varie, al fine di far scrollare di dosso al Carnevale veneziano un persistente e anacronistico provincialismo – tale da farlo assomigliare talvolta a una vera e propria sagra paesana - e di fargli assumere auspicabilmente la fisionomia di un Carnevale contraddistinto soprattutto dalla qualità migliore, aperto a tutti e degno di una città d’arte e cosmopolita qual è Venezia.

A chi dare ragione?

ENZO PEDROCCO

lunedì 2 marzo 2009

GENITORI E FIGLI



L'ETERNA QUESTIONE
DEL RAPPORTO GENITORI-FIGLI

Diceva Freud che compito dei genitori, nel loro rapporto con i figli, è quello di risultare, con il tempo, superflui. E accettare che i figli, una volta conseguita la pienezza dello sviluppo e della maturità, possano compiere da sé, nella più totale autonomia e senza ingerenza alcuna, le loro scelte. Nonostante la fama e l’autorevolezza del fondatore della psicoanalisi, è da supporre tuttavia che, salvo rarissime e improbabili eccezioni , nessun genitore al mondo abbia mai messo e metta in pratica tale suo insegnamento, per quanto fondato e condivisibile, sotto il profilo razionale, esso possa apparire ai suoi occhi.

Dacchè mondo è mondo, infatti, assai raramente i genitori hanno rinunciato a plasmare e controllare pervicacemente i figli, che per essi rimangono in genere sempre tali, e cioè bisognosi della loro guida e dei loro consigli, vita natural durante.

E tutto ciò sulla base della convinzione, ricorrente in ogni generazione di padri, dell’eternità e dell’assolutezza dei valori in cui sono cresciuti. Senza venire benchè minimamente sfiorati dal dubbio che, non fosse che per l’enorme divario che invariabilmente si determina tra vecchie e nuove generazioni, i figli potrebbero anche essere dell’avviso di infischiarsene altamente dei valori dei padri – con tutto l’amore a essi dovuto - e di non sapersene fare assolutamente alcunché.


ENZO PEDROCCO