giovedì 19 novembre 2009

SALUTISTI MA POSSIBILMENTE “CUM GRANO SALIS”






TAKE IT EASY! 

In un’epoca di dietismo e salutismo imperanti qual è la nostra, oltre agli immancabili e noiosi discorsi a tavola sul valore calorico dei cibi e delle diete più diverse, non passa giorno senza imbattersi per strada, ad ogni ora e in ogni luogo, non esclusi i luoghi più affollati e trafficati delle nostre città, in uomini e donne di ogni età in inappuntabile tenuta sportiva e grondanti sudore che corrono instancabilmente, incuranti delle condizioni meteorologiche spesso proibitive, nonché degli sguardi non sempre benevoli di quanti, ritrovandoseli davanti all’improvviso sul proprio cammino, vengono comprensibilmente assaliti dal timore di poter venire travolti da essi.

E invariabilmente, di fronte a cotanto puntiglioso e indefesso impegno da parte di persone qualsiasi il cui fine, a differenza degli sportivi di professione, non può essere presumibilmente che la semplice ricerca della forma fisica, con non poca perplessità, pur non sottovalutando affatto l’importanza di tale fine, mi domando tuttavia se non sia alle volte piuttosto esagerato sottoporsi per un fine siffatto, in fondo modesto e facilmente raggiungibile per infinite altre vie, a uno sforzo fisico a cui neanche i campioni di qualsivoglia specialità sportiva, ancorché lautamente retribuiti e i cui risultati e la cui carriera dipendano soprattutto, se non esclusivamente, dalla loro preparazione atletica, accetterebbero mai di sottoporsi: non sarebbe pertanto più ragionevole, anziché affannarsi stoltamente in maniera così sproporzionata rispetto al fine da conseguire, limitarsi ad approfittare delle innumerevoli occasioni di moto che la vita quotidiana di per sé offre – quali, fra le altre, il passeggiare, il nuotare, il disputare qualche partitella fra amici di calcetto, pallavolo, pallacanestro etc. - che risparmierebbe non poca fatica, divertirebbe sicuramente di più e non esporrebbe, soprattutto, agli inevitabili rischi per la propria salute di cui non ci si rende forse conto? 


ENZO PEDROCCO