sabato 8 agosto 2009

GIUDIZI AFFRETTATI



Installazioni della 53.Biennale d’Arte che spesso, vuoi per l’apparente bizzarria vuoi per la loro leggibilità nient’affatto facile e intuitiva, non mancano di suscitare, accanto a una buona dose di ilarità, perplessità e scetticismo, dei giudizi categoricamente negativi - espressi per lo più ad alta voce e con inopinata sicumera - tra i passeggeri sia italiani che stranieri delle linee Actv che, nel corso della giornata, vi transitano ripetutamente accanto.

Tutto ciò nonostante oggi sia noto finanche agli scolaretti delle medie, se non delle elementari, che ogni evento artistico, alla stregua di qualsivoglia altro evento, debba essere affrontato e valutato sul proprio terreno. E non interpretato e giudicato secondo la relatività del proprio gusto. Supponendo ipoteticamente - a mo' di esempio - che io fossi un convinto assertore della tradizionale arte figurativa, non è certamente con i criteri che informano quest’ultima che potrei giudicare l’arte astratta o l’arte concettuale. Qualora lo facessi mi precluderei totalmente, oltretutto, anche la possibilità di poterle, in qualche modo, comprendere.

Le scelte che noi operiamo fra le istanze e i valori del mondo non devono perciò autorizzarci, nel modo più assoluto, a interpretare e giudicare aprioristicamente ogni cosa alla luce di essi se vogliamo responsabilmente renderci conto, in maniera quanto più possibile esauriente e “oggettiva”, di quanto ci accade intorno e che spesso si informa a istanze e valori diversi dai nostri. Salvo poi ovviamente, una volta resoci sufficientemente edotti su quanto preso in esame, scegliere, secondo la propria visione delle cose, se condividerlo o meno.

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