sabato 8 agosto 2009

CRISI ECONOMICA





Il ritornello della famosa canzone cantata da Petrolini - “Ma cos’è questa crisi, para para pa pa pa…” - sembra essere stato scritto "ad hoc" per talune categorie commerciali cittadine, collegate in un modo o nell'altro con il turismo, che paradossalmente pare stiano guadagnando come non mai nonostante la crisi in atto

Sebbene la crisi economica in atto non risparmi a rigore nessuno, va da sé tuttavia che – come avviene, del resto, per la stragrande maggioranza delle cose di questo mondo – essa non sia affatto uguale per tutti. Accanto ai molti che ne stanno pagando maggiormente il prezzo a causa della loro debolezza e vulnerabilità, e che non di rado stentano ad arrivare alla fine del mese, vi è infatti una relativamente ristretta cerchia di persone che al massimo, a farla grave, potranno rimpiangere i guadagni che non hanno realizzato e che avrebbero potuto realizzare se non vi fosse stata la crisi, ma che possono nondimeno ritenersi più che soddisfatte di quelli che stanno realizzando nonostante essa. E chi nella nostra città appartenga, fra gli altri, a questa ristretta cerchia di fortunati - per i quali il ritornello della famosa canzone cantata da Petrolini sembra essere stato scritto “ad hoc” per essi - non occorre essere degli Sherlock Holmes per scoprirlo. Basterà infatti smettere di dare ingenuamente retta ai falsi e lagnosi piagnistei e guardarsi invece un po’ più in giro di quanto non si sia fatto finora, prestando attenzione soprattutto all’intensa e frenetica attività che alberghi, ristoranti, taxi, bancarelle etc. e un po’ tutte le attività commerciali collegate in un modo o nell’altro al turismo - checché ne dicano o ne possano dire i loro rappresentanti – svolgono in effetti quotidianamente. E non certo, è da supporre, per beneficenza.

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