martedì 22 dicembre 2009

BLOCK NOTES




GIOVANI / UN SOGNO DI TROPPI
REALIZZABILE DA POCHISSIMI


Trasformare la propria passione in lavoro, che suppongo sia il sogno un po' di tutti, è una fortuna che si va facendo oggigiorno sempre più rara e riservata a pochissimi privilegiati. 

Mentre i sogni nel cassetto, grazie all'istruzione scolastica obbligatoria e al relativo benessere conquistato da un numero sempre maggiore di persone, sono aumentati in modo esponenziale rispetto al passato, il mondo del lavoro per contro, ancorché ampliatosi e diversificatosi notevolmente rispetto a un tempo, non è tuttavia in grado di soddisfarne quantitativamente che una minima parte. Esigendo ben altro, per il resto, che le aspirazioni personali di chicchessia, per quanto nobili e legittime esse possano essere.


E oltretutto, per limitarmi soltanto ad alcune delle passioni più frequenti tra i giovani d'oggi, come sarebbe oggettivamente possibile, infatti, trasformare la passione in un lavoro sicuro e adeguatamente remunerato della pletora di giovani che affollano le facoltà di scienze della comunicazione e che desiderano fare i giornalisti ed entrare in qualche giornale? In un mondo della carta stampata, per giunta, che è da tempo notoriamente saturo e in crisi, con conseguenti e ovvie difficoltà di trovarvi un posto qualsiasi, sia pure essendo disposti a lavorare quasi gratis.

E quanti film, spettacoli teatrali, trasmissioni televisive etc. occorrerebbe realizzare ogni anno, e con quali soldi, per consentire all'esercito di aspiranti attori e attrici, spesso senza la benché minima preparazione al riguardo, di coronare il loro sogno di entrare nell'agognato e mitizzato mondo dello spettacolo? Per non parlare poi delle moltitudini di giovani e belle ragazze la cui massima aspirazione è quella, com'è noto, di fare le veline: quante “Striscia la notizia” ci vorrebbero, infatti, per soddisfarle tutte?


Sarebbe perciò opportuno, a mio modesto avviso, che molti giovani riflettessero molto più di quanto essi non facciano prima di decidere quale strada intraprendere in ambito lavorativo. Mettendo possibilmente in conto, ancorché ob torto collo, l'eventualità che essa possa non essere affatto adatta a loro. E di dover necessariamente, di conseguenza, accantonare definitivamente le proprie aspirazioni, riserbandole magari al proprio diletto personale nel privato onde evitare non solo una sgradita e gravosa disoccupazione, ma quel ch' è peggio, qualora non lo facessero, il condannarsi da sè a una perenne insoddisfazione, rimanendo per tutta la vita prigionieri di un sogno.


ENZO PEDROCCO



SOCIETA'/ NON SEMPRE LA NOSTRA VITA
E' COME LA VORREMMO



E' piuttosto frequente udire sentenziare frettolosamente, di fronte a taluni casi sociali tutt'altro che felici ed entusiasmanti, che ognuno, in fondo, è artefice del proprio destino. E, di conseguenza, anche autore del suo male. Personalmente, attingendo dai miei ricordi relativi ad alcune persone in disgrazia incontrate e conosciute, non ne sarei però così certo, con buona pace dell'illustre e grande Appio Claudio a cui, consapevolmente o inconsapevolmente, si rifà chiunque sia solito sentenziare nel modo suddetto. E sarei invece dell'avviso, molto più realisticamente, di ritenere che ognuno, sì, può più o meno contribuire al proprio destino, ma a seconda tuttavia delle vicissitudini che la sorte gli riserba e, soprattutto, delle inevitabili scelte imposte, volens nolens, da queste ultime. In una condizione di povertà assoluta, com'è frequente che accada, hai ben poco infatti da scegliere tra lo studiare, come vorresti, o il cercarti un lavoro pur che sia: ché la scelta è già determinata in un certo qual modo a priori, a prescindere dai tuoi desideri e dalla tua volontà. E lo stesso dicasi ovviamente, allorché il lavoro stenta ad arrivare o non c'è addirittura per niente, e si impone scegliere tra una vita di stenti, il rischio di morire di fame etc. o il darsi furbescamente da fare, vivendo di espedienti, pur di sopravvivere.


Dicendo ciò, sia ben chiaro, non è assolutamente mia intenzione avallare in alcun modo certo giustificazionismo e buonismo assai diffusi nel nostro Paese e corrivi spesso nei confronti di farabutti e delinquenti, consentendo spesso a taluni di essi di farsene una ragione e sentirsi autorizzati a continuare nelle loro malefatte. Sebbene infatti sia dell'avviso che il destino di ciascuno di noi, al di là dei nostri desiderata, dipenda in gran parte da fattori oggettivi e contingenti, ritengo tuttavia che la responsabilità individuale di ognuno alla fin fine, anche di fronte alla scelta più pressante e indipendente dalla propria volontà, possa sempre consentire di poter optare, quantomeno, tra il lecito e l'illecito.


ENZO PEDROCCO

domenica 6 dicembre 2009

LAGUNA




Trovarsi di fronte a uno spettacolo a dir poco incantevole, qual è quello offerto dalla nostra laguna soprattutto in talune giornate particolari, e dover forzatamente ignorarlo anziché godere di esso come sarebbe naturale fare, a causa della imprescindibile necessità di portare a casa la pagnotta, è una dura realtà per la quale gli occupanti delle imbarcazioni da me ritratte hanno tutta la mia comprensione (ENZO PEDROCCO)


POTENZIATE LE CAPACITA' D'INTERVENTO




Vigili del fuoco veneziani, che nei giorni scorsi, in occasione dei festeggiamenti di Santa Barbara - patrona del corpo dei vigili del fuoco - oltre a venire caldamente elogiati per il loro operato da parte di alcuni esponenti del Governo, hanno visto potenziate le loro capacità di intervento in caso di allagamenti nella terraferma con la consegna di quattro automezzi fuoristrada, tre carrelli completi di pompe idrovore e due carrelli completi di attrezzature per il primo intervento, acquistati dalla Protezione civile del Comune di Venezia per un costo complessivo di oltre 200 mila euro(ENZO PEDROCCO)

martedì 1 dicembre 2009

COMUNITA' RELIGIOSE





DIVERSITA’ DA CONOSCERE E RISPETTARE

Ebrei in Ghetto appartenenti allo Chabad-Lubavitch, uno dei più grandi movimenti del giudaismo chassidico nell’ambito del giudaismo ortodosso. Movimento che, com’è noto, prese il nome dalla città russa di Lyubavichi da cui mosse i primi passi in passato e che oggi amministra migliaia di centri, comunità, sinagoghe e scuole in tutto il mondo, fra cui Venezia, fornendo assistenza, attività educative e altri servizi, oltre che ai suoi aderenti, agli ebrei in genere. Il credo chassidico che informa il movimento, assai lungi dal contemplare e propugnare, a differenza di altre componenti dell’ebraismo, sia il sionismo che la legittimità della definizione di Israele quale Stato ebraico, non mise al riparo alcuni suoi aderenti dall’attacco terrorista di Mumbai del novembre 2008, in cui, come si ricorderà, uno dei luoghi prescelti dai terroristi islamici fu proprio il Centro Assistenziale Chabad della città indiana, dove vennero trucidati il rabbino capo e la moglie insieme ai loro collaboratori.Un ennesimo caso, questo, in cui il solo e semplice fatto di essere ebrei basta e avanza talvolta, a talune menti obnubilate, per motivare e giustificare anche l’agire più truce ed efferato nei loro confronti(ENZO PEDROCCO)