“Poche cose mi danno un senso di consolante sicurezza come la fedeltà del mio cane” (Konrad Lorenz)
Dotarsi della compagnia di un cane e prendersi amorevolmente cura di esso, oltre al vantaggio di ritrovarsi accanto, con ogni probabilità, un amico sicuro, fedele e affettuoso, costituirebbe anche il modo forse più efficace - secondo i sostenitori della cosiddetta “pet therapy” - per vincere talune inquietudini psicologiche caratterizzanti la nostra epoca quali l’ansia, lo stress e la depressione. Ed è forse in virtù di tutto ciò se le famiglie italiane con un cane, che fino a qualche tempo addietro erano già ben 6,8 milioni, stanno aumentando ogni giorno di più.
In tanto amore sempre crescente per l'animale domestico fra i più prediletti dall’uomo - su cui non vi è ovviamente alcunché da obiettare e, anzi, non può che far piacere e rallegrare un po' tutti - c’è da augurarsi tuttavia che tutti coloro che si dotano della sua compagnia siano possibilmente consapevoli dei doveri che essa, accanto ai benefìci e vantaggi, inevitabilmente comporta. E far sì pertanto, fra le altre cose, che il loro fido non insozzi e deturpi con i suoi escrementi, come spesso avviene, le aiuole degli spazi verdi, i parchi pubblici, i marciapiedi e le vie cittadine senza che essi, sia pure a posteriori, non facciano nulla per porvi in qualche modo rimedio. E soprattutto, in specie se il loro fido è di una razza dalle spiccate attitudini aggressive, far sì che non sia affatto libero di scorazzare in lungo e in largo, terrorizzando chiunque vi si imbatta, per l’irresponsabile leggerezza di consentirgli di fare movimento in luoghi inadatti ed evitare di adoperare il guinzaglio.
ENZO PEDROCCO
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